Pipì a Letto: cause e soluzioni

genitori consigli pratici

pipì a letto
Violet Oaklander, PH. D

A proposito dei bambini che fanno la pipì a letto…

Sapevi che i bambini che fanno la pipì a letto stanno in realtà cercando di prendersi cura di loro stessi?

Quando erano molto piccoli è successo qualcosa che li ha messi in ansia e non avevano modo di esprimerlo o di esprimersi o di trovare un modo per avere sollievo dall’ansia, così hanno fatto la pipì a letto per avere sollievo.

La prossima volta che vai in bagno nota quanto ti senti rilassato dopo aver fatto la pipì. Quando questi bambini si sentono tesi e ansiosi, bagnare le lenzuola è un modo per avere sollievo alla tensione nel corpo.

Sfortunatamente, il fare la pipì a letto diventa il modo del corpo di gestire tensione, ansia, rabbia e altre emozioni a mano a mano che il bambino cresce, anche contro la sua volontà.

Ci sono diversi step che seguo quando lavoro con i bimbi che fanno la pipì a letto.


  • Come prima cosa, voglio che i genitori, e a volte l’intera famiglia, condividano i sentimenti sulla situazione tra di loro. Condividere i sentimenti è importante. Tutti hano molti sentimenti ed emozioni verso il bambino con questo problema che possono avere a che fare come no con il fare la pipì a letto di per sé. E’ necessario che queste emozioni e sentimenti vengano fuori e vengano condivisi. La maggior parte dei genitori ha fatto tutto il possibile per tentare di risolvere il dilemma della pipì a letto, dall’essere gentili e comprensivi all’urlare e arrabbiarsi, dal far lavare al bambino o alla bambina le sue lenzuola all’ignorare la cosa. Ci sono molte, molte emozioni che ribollono in ognuno. Preoccupazione, ansia, colpa, risentimento, paura, rabbia, tristezza. Molte di queste emozioni non vengono condivise direttamente. Non c’è da meravigliarsi del fatto che il bambino che in generale non può esprimere mai le emozioni direttamente debba continuare a bagnare il letto. A volte i genitori effettivamente immaginano che il bambino voglia svegliarsi di proposito in un letto bagnato, freddo, puzzolente e scomodo per tornare da loro.

 

  • Il passo successivo del processo terapeutico è tentare di restituire la responsabilità al suo legittimo propritario: il bambino è responsabile della pipì a letto. Questo è un prerequisito importante per fermarsi. Io dico al bambino che lo sta facendo per prendersi cura di se stesso: LUI lo sta facendo, e nessun altro. Successivamente può diventare assolutamente chiaro che lui o lei non vogliono continuare, anche se magari hanno urlato con aria di sfida “non mi interessa” o l’hanno presa come una constatazione casuale e sconnessa dal resto. Inoltre è importante per i genitori capire che il bambino è responsabile, non loro. Può imparare a cambiare il letto da solo, a lavare le sue lenzuola. Se i genitori vogliono continuare a fare questo per il bambino, si devono assumere la responsabilità della loro scelta. I genitori devono imparare che la pipì a letto non deve essere un’area per ricompense o punizioni, approvazione o disapprovazione. Le lodi non sono di aiuto se il bambino non bagna il letto, così come non lo sono le recriminazioni se lo fa. Non lodiamo un bambino predisposto al mal di testa per non avere il mal di testa, e non gli diciamo che è uno stupido o un idiota se lo ha.

 

  • Voglio aiutare il bambino/a a connettersi di nuovo con il corpo, dato che, se la pipì a letto continua per anni, sembra che lei o lui diventino a mano a mano sempre più disconnessi dal loro stesso corpo. Prima lavoro nell’aiutare la bambina a SPERIMENTARE il corpo e la sensazione della pipì a letto. Do ai bambini un taccuino su cui annotare le volte in cui bagna il letto. Questo aiuta i bambini a sentirsi più consci e consapevoli di quello che stanno facendo. Se padroneggiano la scrittura a sufficienza, posso chiedere di annotare sul loro taccuino parole e frasi che descrivono la sensazione di svegliarsi nel loro letto bagnato. Spesso chiedo ai bambini di disegnare la sensazione di essere in un letto bagnato. Aiutare la bambina/o a essere più consapevole del suo corpo è una parte importante della procedura terapeutica. Facciamo molti tipi di esercizi corporei. Essi comprendono esercizi di respirazione e rilassamento, giochi di movimento, drammatizzazioni creative (le pantomime sono uno strumento eccellente per diventare più consapevoli dei propri sensi, corpo ed emozioni). Conoscere il corpo e imparare padronanza e controllo sul corpo è soddisfacente, eccitante ed essenziale.

 

  • Un passo importante nel viaggio terapeutico è aiutare il bambino a esprimere i suoi sentimenti riguardo alla pipì a letto come altri aspetti della sua vita. E’ interessante notare che il bambino spesso continua con il suo comportamento anche quando gli eventi, reali o immaginari, che hanno portato al comportamento stesso non sono più presenti. Il corpo una volta ha ricevuto il messaggio di bagnare il letto, e da quella volta i circuiti giusti per ricevere un nuovo messaggio non sono ancora stati localizzati. la pipì a letto smetterà quando il bambino sentirà più autosupporto, più forza e potere dentro di sé, e intanto che comincia a trovare nuovi modi di esprimere i sentimenti.

 

  • Il passo finale e più importante è aiutare il bambino ad amare e accettare il bambino molto piccolo dentro di lui che ha iniziato in origine a bagnare il letto. Se continua a essere autocritica, la bambina o il bambino continueranno a fare la pipì a letto. Io chiedo al bambino di portare alla sessione l’animale giocattolo preferito da casa per rappresentare lui/lei come la parte di sè che fa la pipì a letto. Nel mio studio può far pratica e parlare a questa parte di sé, dandole il permesso di bagnare il letto (sì, proprio così!). Poi ogni notte lei/lui sono istruiti a di dire all’animale – parte di sè: “E’ ok se bagni il letto stanotte. Ti voglio bene anche se lo fai.”. questo aiuta il bambino a rilasciare un pò di ansia sul tema del bagnare il letto che serve soltanto a mantenere il problema. Se il bambino prova a usare la forza di volontà e dice a sè: “NON bagnerò il letto stanotte”, diventerà immediatamente ansioso/a e probabilmente bagnerà il letto. Pazienza, accettazione e nutrimento del bambino verso SE STESSO o SE STESSA sono la chiave.

 

Se vuoi leggi qui l’articolo originale sul sito della fondazione Oaklander.

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