(Di Silvia Guerra)
La ripresa delle lezioni scolastiche a settembre 2020 in questo anno caratterizzato dall’evento pandemico ha rappresentato un momento particolare per gli operatori scolastici in quanto la lunga interruzione, dovuta prima ai mesi di lockdown e poi alla pausa estiva ha in qualche maniera stravolto il rito consolidato della ripresa delle lezioni.
Il virus Covid-19 che ha colpito il mondo intero nell’ultimo anno ci ha costretto a confrontarci con modi diversi di fare scuola (Didattica a Distanza) ma anche di stare insieme, vicini seppur fisicamente lontani.
Vista la brusca interruzione delle lezio
ni in presenza avvenuta da marzo a giugno decidiamo, insieme al Referente dell’Agio e Benessere dell’istituto con cui collaboro, di proporre un’attività di accoglienza a tutte le classi della scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto e non solamente alle classi prime come si era soliti fare negli scorsi anni.
in un momento di racconto condiviso dove trovino posto i ricordi e le emozioni vissute nei mesi passati, ma anche i pensieri e le speranze per l’anno scolastico che va a cominciare.
Per fare ciò decido di affidarmi alla Gestalt Play Therapy, un approccio di lavoro psicologico con l’età evolutiva che punta sull’espressione di vissuti personali attraverso attività di natura ludico-espressiva. Scelgo due attività semplici nella somministrazione ma di grande valore terapeutico: le Projective Cards e la creazione di liste.
Nate dall’idea di Karen Hillman Fried all’inter
no del progetto Just for Now, le Projective Cards sono uno degli strumenti digitali che ha reso possibile la continuazione della terapia online con bambini e ragazzi durante la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. Le Projective Cards consistono infatti in una serie di immagini/disegni generiche ma semanticamente connotate dove ogni ragazzo può rintracciare un proprio significato personale.
Sono uno strumento che permette un accesso indiretto ai vissuti personali dei ragazzi attraverso la proiezione degli stessi su immagini ad alto valore evocativo, fonte di curiosità ed interesse, in grado di facilitare così il lavoro introspettivo.
Attraverso l’espressione di emozioni e pensieri si può arrivare a sbloccare emozioni negate o rimosse associate ad esperienze significative, come in questo caso la situazione di crisi legata alla pandemia da Covid-19 che ha cambiato in modo improvviso ma altamente significativo la vita
scolastica negli ultimi mesi.
La creazione di liste consiste nel formulare solitamente due elenchi di cose/pensieri a valore semantico contrapposto. E ‘ un’attività apparentemente semplice ma particolarmente adatta al lavoro con gli adolescenti in quanto il carattere cognitivo razionale permette di mettere ordine nei pensieri associati ad un evento/vissuto e al contempo consente di definire il sé e rafforzarlo attraverso l’operare una scelta degli elementi da inserire nella lista stessa.
Nel caso di lavoro con gruppi stimola la condivisione di elementi comuni che aumentano la vicinanza nella relazione reciproca ed il supporto emotivo pur mantenendo l’unicità delle rispettive differenze.
Vedi risultati in appendice
• Attività 1: Projective Cards
Allo scorrere delle projective cards è stato chiesto ai ragazzi di scegliere tre immagini associate rispettivamente al periodo del primo lockdown primaverile, al presente rappresentato dal rientro in classe e al futuro.
E’ stato poi chiesto di motivare la scelta associando alle tre immagini rispettivamente un ricordo, un’emozione e una riflessione. Ciò che è emerso come ricordi riferiti al periodo del lockdown sono stati i significati di “chiusura”, “covid 19” e “tecnologia”.
Con il cluster “chiusura” i ragazzi hanno inteso esprimere i concetti di stare rinchiusi a casa, guardare fuori la natura che va libera, restare soli isolati senza gli amici a fianco, sentirsi in una bolla che sarebbe scoppiata e immaginare di viaggiare con la
mente.
Al cluster Covid 19 sono legati i ricordi di inizio pandemia con associati vissuti di paura del contagio rispetto ai famigliari più fragili o alle attività quotidiane (es. attività sportive), di confusione e una maggiore attenzione alle pratiche igienicosanitarie che vanno a disegnare la portata traumatica di questo evento.
Collocandoci nel presente invece l’emozione più ricorrente riportata dai ragazzi è quella di “felicità” del rientro spiegata come la gioia nel tornare a scuola e ritrovare amicizie o farne di nuove, sentirsi più forti, riemergere da un periodo buio e tornare alla normalità.
Proiettandosi al futuro invece i pensieri dei ragazzi sono risultati associati ai concetti di “libertà” e “andrà tutto bene”.
La categoria libertà raggruppa al suo interno il desiderio di ritrovarsi insieme senza alcuna restrizione e di tornare viaggiare, in alcuni casi anche per poter tornare a rincontrare i parenti nei propri paesi di origine.
Con “andrà tutto bene” invece è stata espressa la speranza di ritornare felici come un tempo con una scuola senza mascherine e senza gel.
E’ stato chiesto ai ragazzi di compilare due liste riferite a cosa li preoccupa e a cosa piacerebbe loro trovare nell’anno scolastico in partenza.
Le scelte personali delle due attività sono state oggetto di confronto e condivisione in classe con l’insegnante e tra gli alunni per favorire l’espressione e il supporto emotivo all’inizio di questo impegnativo anno scolastico.
Dalle liste legate alle preoccupazioni in merito al nuovo anno scolastico risultano evidenti le paure legate all’infezione da Covid 19 e alla possibilità di un nuovo lockdown.
Le principali preoccupazioni sono ad esempio la paura di un peggioramento della pandemia legato alla riapertura delle scuole, di prendere il covid, di possibili contagi per sé e la propria famiglia, la paura di fare il tampone ma anche di stare a casa di nuovo, di non rivedere gli amici, non finire l’anno scolastico a scuola fino ad arrivare, se pur in rari casi, all’idea di morte verbalizzata con il timore di perdere un compagno.
Parallelamente emergono anche delle preoccupazioni consuete tra i ragazzi e legate alla scuola quali non riuscire ad andare avanti col programma lezioni, non recuperare materie insufficienti, studiare tanto, vedersi assegnati compiti difficili, ricevere una bocciatura, deludere genitori/
insegnanti.
Dalle liste legate ai desideri e aspettative risulta invece palese il bisogno dei ragazzi di tornare ad una vita normale, poter tornare a stare vicini e la voglia di trovare nuovi amici, nuovi professori e nuove modalità di interazione con la scuola come l’utilizzo di tablet al posto dei libri o nuove materie da approcciare.
Contestualmente emerge il desiderio di affrontare in maniera positiva il nuovo anno scolastico ricevendo bei voti e affrontando le verifiche e le interrogazioni senza ansia.
Alla luce di quanto detto dai ragazzi emer
ge forte un bisogno di normalità rappresentato dalla scuola nel suo essere non solo luogo d’apprendimento ma innanzitutto fonte di socialità e di quotidianità, tanto che neppure le numerose regole e restrizioni igienico-sanitarie ne offuscano la portata emotiva che la frequenza scolastica in presenza comporta.
La pandemia mondiale da Coronavirus e i lockdown ad essa collegati, prendono, nei ricordi dei ragazzi, le sembianze di eventi traumatici accompagnati da vissuti d’ansia e depressione che delineano una società giovanile in sofferenza emotiva.
La risposta a ciò sembra rappresentata da un sogno di libertà ed evasione, nell’immaginare un futuro senza regole né limitazioni in una sorta di onnipotente viaggio giovanile che ripaghi, con il suo carico di emozioni piacevoli, la paura e la solitudine provata in questi mesi.
Parallelamente all’attività di accoglienza per i ragazzi, sono stati svolti dei meet di condivisione e supporto emotivo per gli insegnati a circa due mesi dall’inizio dell’anno scolastico.
Come la pandemia ha influenzato le nostre emozioni di adulti?
• Stanchezza: se nelle prima ondata ci siamo trovati scioccati dall’imprevedibilità della pandemia, ora ci possiamo sentire depauperati e sfiduciati da una situazione che sembra non trovare una soluzione definitiva, nonostante gli sforzi e i sacrifici personali e collettivi.
• Vivere nell’incertezza: ci troviamo a convivere in una faticosa normalità, gravata da un futuro che non sono è lontano ma anche ignoto. Anche la scienza sembra averci deluso, ci aspettavamo soluzioni certe e invece assistiamo a un moltiplicarsi dei pareri e dei quesiti tra gli esperti.
• Vissuti d’ansia e bisogno di controllo: i continui cambiamenti nei dati pandemici e nelle conseguenti regole sociali per evitare il diffondersi del contagio, ci tolgono i riferimenti minimi cui aggrapparsi quotidianamente alla ricerca di un nuovo equilibrio psicologico e sociale.
• Depressione e demotivazione: il venir meno della possibilità di immaginare e progettare il futuro, ci blocca in un presente di restrizioni e di paura. L’impegno personale rischia di sembrare uno sforzo senza senso, senza la ricompensa finale.
• Maggior nervosismo e rabbia sociale: l’ansia non mentalizzata si trasforma in irrequietezza da scaricare attraverso il corpo o verso un nemico “più controllabile”. Il nostro bisogno di libertà ci può portare persino a negare l’evidente realtà così da ritrovare un mondo in qualche modo ordinato.
E’ interessante notare come i vissuti di ragazzi e insegnanti si avvicinino facend
o emergere un’immagine della scuola sicuramente gravata dall’incertezza rispetto al futuro ma anche caratterizzata nel presente dal desiderio di esserci nonostante tutte le limitazioni antiCovid.
Questa vicinanza emotiva nel valore attribuito alla scuola è la base su cui costruire una nuova alleanza adulti-ragazzi in grado di aiutarci a fronteggiare i vissuti d’ansia, di demotivazione e di rabbia che si possono manifestare al protrarsi della crisi.
• Puntare sulla RELAZIONE, vuol dire aumentare le occasioni di dialogo a scuola e in famiglia per condividere emozioni e pensieri rispetto alla situazione presente.
A tal scopo può essere utile creare dei momenti giornalieri o settimanali dove creare delle liste rispettivamente delle cose positive/negative accadute, scambiandosi poi opinioni ed idee per fronteggiarle al meglio.
• Il coraggio si impara! ci si può permettere di mostrare paure ed incertezze senza che ciò mandi nel panico.Si può così educare ad un concetto di forza personale che comprende e integra le nostre parti fragili senza doverle negare.
Il dualismo forza/debolezza è un argomento sensibile in pre-adolescenza sul quale il ragazzo si interroga nel suo identificarsi come uomo.
• Aumentare le occasioni di informazione ed approfondimento legate all’attualità, per stimolare l’interesse e il contenimento dell’ansia. Stimolare il ragionamento e la curiosità nei ragazzi, educare al reperimento di una buona qualità d’informazione in grado di far sentire
meglio attrezzati per fronteggiare la crisi, sono capacità da rafforzare nei nostri nativi digitali perennemente connessi ma spesso confusi da ciò che incontrano in rete.
Le cosiddette fake news inondano i social da loro frequentati esponendoli ad esagerazioni e manipolazioni della realtà che aumentano i vissuti d’ansia invece di essere un elemento di maggiore prevedibilità rispetto al futuro.
• Rivalutare l’incertezza e il non controllo ovvero “accettare di sostare nei dubbi”. Se da un parte le ricerca di prevedibilità ed equilibrio è un bisogno umano, dall’altra un eccesso di controllo e rigore può essere, in un momento di crisi, un elemento difficile da rintracciare.
Per aiutare bambini e ragazzi ad accettare che non tutto può essere prevedibile e programmato, c’è bisogno di tornare loro una padronanza almeno di ciò che li circonda nel qui ed ora.
Può essere utile in tal senso fare dei “menù” di programmazione giornaliera o settimanale dove indicare le cose certe e le alternative presenti nel menù del giorno, così da allenarli alla flessibilità ma anche farli sentire prevedibile il tempo che li aspetta nel breve periodo.
• Nessuno si salva da solo: per superare paure e momenti difficili abbiamo bisogno di qualcuno che ci stringa la mano di sentirci collegati gli uni e gli altri. In questo momento di bisogno, dove si affaccia alla coscienza l’angoscia di morte, è attraverso il valore della collaborazione ad ogni livello, che possiamo sentirci più forti e in grado di attraversare positivamente questa pandemia.
Coltivare un pensiero positivo rispetto a se stessi e agli altri, può servire ai ragazzi ma anche a noi adulti a rinnovare la speranza verso un futuro incerto ma possibile.
Appendice statistica
I questionari raccolti dai ragazzi sono stati usati come dati da elabo
rare in forma anonima ed aggregata così da far emergere una fotografia dei vissuti e delle aspettative dei ragazzi rispetto alla scuola e all’infezione da Coronavirus.
Il totale delle schede raccolte è pari a 362 di cui il 28% appartenente alle classi prime, il 22% alle classi seconde, il 38% alle classi terze mentre sul 12% dei questionari non è stata indicata la classe di appartenenza.
Dall’attività 1 le immagini più spesso associate al lockdown sono state il cellulare (17%), la lente di ingrandimento sul coronavirus (16%) e l’orologio/sveglia (11%).
Parallelamente raggruppando in cluster di significato i ricordi associati al lockdown le categorie più ricorrenti sono risultate essere la chiusura (22%), l’uso della tecnologia (12%) e il Covid 19 (11%).
Concentrandosi sul presente le immagini associate che spiccano tra le altre sono l’orologio/sveglia (29%) e i libri (14%).
Raggruppandone i cluster di significato ciò che balza all’occhio è la felicità del rientro (33%) spiegata come la gioia nel tornare a scuola e ritrovare amicizie o farne di nuove, sentirsi più forti, riemergere da un periodo buio e tornare alla normalità.
Per approfondire la terapia online con bambini e adolescenti puoi visualizzare qui e qui due articoli a tema oppure consultare la nostra sezione video.