I sogni dei bambini in psicoterapia

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sogni bambini gestalt

(“I sogni dei bambini”, tratto da un’intervista a Violet Oaklander)

D: Fai attenzione ai sogni dei bambini nel tuo lavoro? Qual è la tua teoria dei sogni in generale?

Violet: Mi piace particolarmente questa domanda. Penso che sia un argomento a cui si dedica troppo poca attenzione.

I sogni dei bambini ci danno molte opportunità per entrare nel mondo interno del bambino.

Come terapeuta fortemente influenzata dalla Gestalt, evito di fare interpretazioni.

Spero invece che il bambino possa fare affermazioni sulla sua vita e sul suo mondo interno mentre lavoriamo su un sogno.

Credo che il sogno sia una proiezione di come il bambino vede il mondo solitamente nascosta in disegni e linguaggi simbolici ed esagerati.

E’ un po’ come decifrare un puzzle; è divertente! Ed è interessante tirarci fuori un senso.

Prendere davvero consapevolezza del messaggio che il sogno porta rafforza il senso del sé.

Ti faccio alcuni esempi di lavoro con i sogni dei bambini:

Una volta ho visto un bambino di 4 anni a causa dei suoi tanti sintomi d’ansia.

È migliorato molto e stavamo arrivando alla fine delle nostre sessioni insieme.

All’ultimissima sessione la sua mamma gli ha raccomandato di raccontarmi del sogno spaventoso che ha avuto la notte prima.

Lui mi ha raccontato che in quel sogno viveva in una casa con entrambi i genitori.

Jason (questo non è il suo vero nome) aveva dei genitori che non si sono mai sposati e hanno vissuto separatamente per tutta la sua vita.

Hanno avuto la custodia congiunta ed erano molto legati e attenti con lui.

Ha passato sempre una settimana con la mamma e una settimana col papà.

Nel sogno dormiva nella sua stanza e tutti e due genitori venivano dentro all’improvviso, lo svegliavano e lo lanciavano fuori dalla casa.

Ad un certo punto un grande uccello arriva e lo prende col suo becco, per poi volare via.

Lui si è alzato molto spaventato ed è corso nella stanza della sua mamma.

“Non mi è piaciuto questo sogno, come si è chiuso specialmente” ha detto Jason.

Ho suggerito di rappresentare questo sogno con l’argilla.

Ho usato un grosso mucchio di argilla per la casa di Jason e altri piccoli pezzi di argilla per rappresentare la stanza dei suoi genitori e la sua stanza.

Abbiamo poi costruito delle piccole figure per rappresentare i suoi genitori e lui e le abbiamo piazzate nella stanza.

Ok, ho detto a un certo punto, tutti e due i tuoi genitori entrano nella stanza.

Ho preso i genitori fatti di argilla e li ho messi dentro la stanza di Jason.

“Se potessero parlare cosa direbbero?” gli ho detto. Nel sogno non parlavano.

Jason disse: dicono “stiamo per buttarti fuori”.

Cosa diresti se potessi parlare?

Direi (Ma poi ha urlato): No, no!!

Le figure d’argilla lo prendono e lo lanciano fuori dalla stanza d’argilla.

“Sta piovendo fuori” aggiunge Jason.

“Quindi cosa succede?” gli chiedo.

“Devi fare un grosso uccello”.

A questo punto ho fatto piuttosto velocemente un grosso uccello con l’argilla.

“Lui mi prende e va via con me poi mi sveglio”.

Non mi è piaciuto questo sogno, ha ripetuto.

Io gli ho detto: cambiamo il sogno!

Jason pensò che fosse una buona idea.

Tutti erano di nuovo nella stanza. Ho fatto entrare i genitori dicendo: ti buttiamo fuori!

“Jason, adesso cosa diresti di diverso?”

Jason ci ha pensato per un momento. Poi ha detto forte: A letto!

I genitori, in maniera obbediente, sono tornati alla loro stanza.

“Cosa ne facciamo dell’uccello?”

“Dobbiamo ucciderlo” ha risposto. Poi ha preso una mazzetta di gomma (io la rendo sempre disponibile con l’argilla) e con grande forza ha distrutto l’uccello.

A un certo punto ha detto: “Ok, è abbastanza. Possiamo giocare a qualcos’altro prima che io debba andare a casa?”

Usciti dal gioco che lui ha scelto, in maniera apparentemente casuale, ho detto:

“Jason, scommetto che quando vai a casa della mamma e a casa del papà avanti e indietro, avanti e indietro, a volte non ti senti pronto per passare da un posto all’altro e ti sembra di essere buttato fuori”

Fu d’accordo, con tanta energia. “Ti fa arrabbiare immagino”. “Sì!!”. E poi ha aggiunto: mi fa sentire come quando abbiamo ucciso l’uccello di argilla!

Poi siamo andati nella sala d’aspetto

e Jason ha raccontato alla sua mamma tutta la storia.

Lei ha reagito in maniera abbastanza appropriata e così è finita.

A proposito dei sogni dei bambini, credo che spesso quando abbiamo un sogno intenso vuol dire che siamo vicini a poter affrontare qualcosa di importante nella nostra vita.

Ho lavorato una volta con un gruppo di bambini

e tutti loro avevano i papà in un trattamento per l’alcoldipendenza in una base militare.

Tutti avevano vissuto molti traumi.

Un ragazzino di 12 anni mi ha descritto un sogno in cui stava guidando con il suo papà giù da una strada scivolosa e piena di vento vicino a un lago.

Raccontò che era molto spaventato perché il suo papà va verso il lago ma si è svegliato appena in tempo.

Un bambino di 9 anni nel gruppo disse: ho una strada proprio come questa nella mia vita.

Una ragazzina di 13 anni nel gruppo raccontò del suo sogno: era in una bara e nessuno sapeva che non era morta.

Tutti stavano piangendo e lei stava per essere sepolta viva quando si è svegliata.

Le ho proposto di mettere in scena questo sogno.

Le ho quindi suggerito di sdraiarsi sul pavimento e di fare finta di essere nella bara.

Il resto di noi sarebbero stati coloro che assistevano al funerale.

Gli altri bambini e io piangevamo e parlavamo di che ragazza meravigliosa è stata.

Poi ho parlato direttamente a lei e le ho chiesto se voleva parlare, visto che non l’aveva fatto nel sogno.

Lei allora ha urlato forte: non sono morta!

Sono viva! Ascoltatemi! Potete vedermi?

Quando ci siamo fermati ha detto: “E’ come la mia vita. Nessuno mi sente. nessuno mi vede per quello che sono.”

Il nostro lavoro per i nostri clienti è di farli diventare consapevoli di cosa sta succedendo per loro nella vita per cominciare a effettuare dei cambiamenti. Non è lo stesso che lamentarsi: è un’affermazione chiara, una dichiarazione consapevole e accettante.

Questa bambina per restare in pace e lasciare in pace non ha mai detto alla sua famiglia quanto invisibile si sentiva.

Non ne era mai era stata capace.

In queste situazioni, nel lavorare con i rapporti con i genitori, ci siamo focalizzati nel gruppo su come relazionarsi con i genitori e prenderci cura di noi stessi.

Ho imparato molto da questi bambini!

Un ragazzino di 12 anni ha assistito all’assassino della madre quando ne aveva 7.

Ha bloccato tutte le memorie dell’incidente e i ricordi della mamma.

E’ stato diagnosticato come adhd e aveva molti comportamenti problematici e problemi familiari che l’avevano portato in terapia.

Spesso do ai bambini piccoli quaderni per scrivere i loro sogni.

Dopo tre o quattro mesi di terapia settimanale, lui ha portato nel mio studio un pezzo di carta dove aveva scritto un sogno.

Aveva perso il quaderno.

Aveva sognato che stava sdraiato in una culla in cucina intanto che la mamma stava stirando.

Una fioca luce artificiale brillava su di loro, poi improvvisamente la lampadina scoppia e tutto diventa nero.

Ho chiesto a Jim (non è il suo vero nome) di disegnare il sogno. Lui ha fatto una bozza essenziale della scena.

Ho detto: se tu potessi parlare nel sogno cosa diresti?

Descrivi cosa sta succedendo.

Lui a questo punto ha detto: me ne sto sdraiato lì e guardo la mia mamma che stira.

Questa era la prima volta che menzionava la sua mamma in 5 anni.

“Com’è questo per te?”, gli ho chiesto.

Lui risponde: è carino.

Io a questo punto l’ho direzionato: “Dillo a lei”

“Essere qui con te e guardarti stirare è bello”

“Cosa risponde la tua mamma?”

“Mi piace essere qui con te, anche a me piace”

“Ora Jimmy”, dissi, “diventa la lampadina; io sono la lampadina… ”

Allora Jim ha ripetuto questo incipit: “io sono la lampadina” e ho cominciato un dialogo con la lampadina.

“Quindi cosa è successo?”, ho detto alla lampadina.

“Beh”, disse Jimmy facendo la lampadina, “stavo splendendo su Jimmy e sulla sua mamma e improvvisamente sono scoppiata e tutto è diventato nero.”

Questo è quello che ha detto Jimmy senza alcuna imbeccata da parte mia.

E poi ha detto ad alta voce: è quello che è successo a me!

Quando la mia mamma è stata uccisa, Il mio cervello è diventato nero e io non potevo ricordare nulla.

La memoria di Jimmy ha cominciato a ritornare dopo questa sessione

A mano a mano abbiamo potuto esplorare le sue memorie, e maneggiare la sua rabbia. Il suo comportamento è cambiato totalmente.

Ho trovato che i bambini amano lavorare con i sogni.

In questi esempi abbiamo usato l’argilla, il gioco di ruolo e i disegni.

Provate anche con la vasca della sabbia, i pupazzi, il racconto di storie e la musica!

 

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Qui ne trovi uno essenziale sulla psicoterapia:

“Non aggiusto bambini”.

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